“C’è una bozza di accordo” per il polo industriale di Piombino. Lo afferma il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, al termine dell’incontro a palazzo Chigi per evitare la chiusura dell’acciaieria Lucchini. Alle 8.30 Rossi ha convocato sindacati e amministratori locali. “Ci sono grossi passi avanti”, continua il governatore che ringrazia “in modo particolare” il premier Matteo Renzi per il suo impegno sulla questione”. L’accordo sarà firmato quasi con certezza nel pomeriggio, a Palazzo Chigi.
Al vertice con il premier ha partecipato anche il ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti:”Ambiente e sviluppo possono andare d’accordo. Tra il Mise e il Ministero dell’Ambiente c’è stata una grande collaborazione e dal ministero dell’Ambiente partiranno 50 milioni che serviranno al ministero dello Sviluppo per un progetto industriale e manifatturiero”.
Il momento è decisivo, la tensione a Piombino, dove l’altoforno si spegnerà, è altissima. Dopo l’ultima ‘colata’ mattina i lavoratori hanno organizzato un presidio con occupazione simbolica dello stesso altoforno per manifestare ancora una volta, dicono i sindacati, il “dissenso sulla fermata dell’impianto che con la fine della produzione rimane caricato in ‘bianco’ ancora per una ventina di giorni”.
Nel pomeriggio, dopo l’incontro della mattina nella sede della Regione Toscana sulla bozza d’accordo di oggi a Roma, i dipendenti della Lucchini terranno un’ulteriore assemblea con sciopero per esaminarne i contenuti.
L’accordo deve assicurare la riconversione ecologica della siderurgia tramite la chiusura alla Lucchini dell’altoforno e la futura ricostruzione dell’area a caldo dove si produce l’acciaio con forno elettrico e Corex, più il potenziamento del porto per la rottamazione delle grandi navi. Sullo sfondo anche la partita dello smaltimento della Concordia. Ma lo stesso accordo deve anche garantire il traghettamento, durante il periodo di transizione di almeno 4 anni, di tutti i 4.000 lavoratori Lucchini, tra diretti e indotto, tramite i contratti di solidarietà per i 2.000 diretti da impiegare in altri lavori di bonifica, ambientali e al porto e la cassa integrazione per gli altri.
Fonte: Repubblica (Firenze)