Ci sono anche il Chianti bianco svedese ed il Salami prodotto in Canada nella lista dei prodotti “sfregiati” che minano e danneggiano l’identità del Made in Tuscany nel mondo. Ci ha pensato ancora una volta Coldiretti Toscana a metterli in mostra, questa volta nella vetrina internazionale dell’Expo di Milano, a fianco delle tantissime, fantasiose, imbarazzanti interpretazioni di piatti e prodotti falsamente toscani ed italiani. In questi anni Coldiretti di “brutti esempi” ne ha scovati tanti in giro per l’Italia.
Ha beccato, sempre per restare nel territorio dei vini, nella Napa Valley il Chianti tarocco ed il sangiovese “Tuscan Moon”, il kit per pseudo Chianti in bustina venduto online ma anche il “Toscano”, salame prodotto in qualche paese sconosciuto degli Usa – il “Fennel Pollin Saleme” venduto in accoppiata al vino, ancora toscano, la “Palenta” prodotta in Serbia, la “Finocchiono”, tentativo cacofonico di imitare il successo della nostra Finocchiona oggi diventata Dop e l’olio extravergine che sfrutta immagini e riferimenti della toscanità, come per esempio Firenze, per commercializzare confezioni il cui olio è la somma di miscele provenienti da paesi europei. “Monumenti”, li ha definiti, Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana nel corso della settimana dedicata proprio al Made in Tuscany all’interno del Padiglione Coldiretti, che “vengono danneggiati, imbrattati e ridicolizzati contribuendo a rendere più profonda la crisi del nostro paese. La pirateria agroalimentare ci costa, ogni anno, diversi miliardi di euro ed impedisce la creazione di almeno 30 mila nuovi posti di lavoro lungo tutta la filiera.
Ogni tarocco che finisce sul mercato è uno schiaffo ai produttori serie, leali, che rispettano le regole e le tradizioni, l’ambiente e l’identità del territorio che raccontano ed esprimono”. Intanto la Toscana si conferma, ancora, leader indiscusso per numero di prodotti. Sono 461 le bandiere del gusto assegnate alla regione insediata però, come non mai, dalla Campania (457) e dal Piemonte (336). In realtà, a differenza di quanto avviene per altri articoli come la moda o la tecnologia, a taroccare il cibo italiano non sono – precisa la Coldiretti – i Paesi poveri, ma soprattutto quelli emergenti o i più ricchi a partire proprio dagli Stati Uniti e dall’Australia da dove arriva il Parmesan con il marchio Perfect italiano, ma molto diffuse sono le imitazioni dei prodotti tipici e i piatti della cucina italiana completamente inventati come la “Pasta con mais, erbe e Parmesan” indicata sul sito ufficiale di Masterchef Australia. La situazione è ancora molto più grave negli Stati Uniti dove il 99% dei formaggi di tipo italiano è realizzato in California, Wisconsin e nello Stato di New York, nonostante i nomi richiamino esplicitamente le specialità casearie più note del Belpaese. A pochi giorni dall’azione di protesta contro il formaggio fatto con il latte in polvere, così come vorrebbe l’Ue, sa ancora più di beffa. Sul web, sui principali siti di e.commerce, è pieno di prodotti tarocchi: si va dal Tuscan Cheddar prodotto nel Queensland, Australia al pecorino “Tania” Toscano Sheep’s Milk Cheese venduto su Amazon e prodotto in Ontario, Canada, fino addirittura alle patatine “Tuscany Three Cheese e tanti altri.
Ufficio Stampa Coldiretti Toscana