“Un danno incalcolabile per l’immagine del nostro Made in Tuscany, per i nostri vini e per i produttori che, con serietà, passione ed investimenti, contribuiscono a fare di questa regione la culla mondiale della qualità agroalimentare e dello stile italiano a tavola”. E’ durissima la reazione di Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana dopo il sequestro, da parte dei Carabinieri del reparto operativo di Siena, di oltre 30.000 bottiglie di vino etichettato come Brunello di Montalcino, Chianti e altri docg, ma falso e di scarsa qualità. Poco più di un mese fa un’altra operazione aveva sconvolto il mondo dell’olio con un nuovo sequestro – l’ennesimo in verità – di 300 tonnellate. In quell’occasione furono indagate per frode in commercio e riciclaggio merceologico 35 persone oltre. 15 in totale le perquisizioni in Toscana, Umbria, Lazio, Campania e Puglia in note aziende e stabilimenti che operano a livello nazionale e internazionale.
Bersagli facili, prede ghiotte per gente senza scrupoli, le due punte di diamante dello stile italiano a tavola all’estero sono sotto attacco. Il fatturato generato dalla vendita all’estero di vino e olio valgono più della metà (61%) del totale di prodotti alimentari esportati che quest’anno hanno superato, per la prima volta, il valore di 2miliardi di euro. Insieme, vino e olio, producono 1miliardo 230mila euro di fatturato con incrementi rispettivamente del 6,3% per il vino e del 18,3% per l’olio rispetto all’anno prima. La produzione di Brunello nel 2013 è stata di 8,1 milioni di bottiglie per un fatturato di 165 milioni di euro con la quota destinata alle esportazioni che è salita al 67%, oltre 2 bottiglie su 3. Per l’export di Brunello la destinazione più importante – conclude Coldiretti – è rappresentata dagli Usa (28%), seguiti dai mercati asiatici (15%) e dal centro America (Brasile, Messico, Panama, Venezuela e altri), che rappresenta circa il 10%. In crescita è stato anche il giro d’affari del settore enoturistico a Montalcino (ristoranti, alberghi, enoteche e altro): che registra un aumento del 5% e supera i 30 milioni. “E’ chiaro ed evidente come questi due prodotti siano appetibili da organizzazioni a delinquere e da imprenditori senza nessun tipo di scrupolo a cui basta cambiare un’etichetta e storpiare il contenuto per ingannare il consumatore. Per fortuna – spiega ancora Marcelli – gli ottimi risultati dell’attività delle forze dell’ordine confermano l’efficacia del sistema di controlli in Italia contro un crimine particolarmente odioso perché si fonda sull’inganno. La strada è giusta: bisogna colpire duramente chi inganna il consumatore e il Paese”. Per contribuire a questa battaglia Coldiretti ha istituito l’osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare con l’obiettivo di creare un sistema coordinato e capillare di controlli idonei a smascherare i comportamenti che si pongono in contrasto con la legalità. A guidare il Comitato Scientifico è Giancarlo Caselli. “Con questa strumento – spiega ancora il Presidente Regionale – ci vogliamo fare carico dell’indignazione del 65% di italiani che non sopporta che la criminalità organizzata danneggi l’immagine del nostro paese e che si sente offeso perché ritiene che la gran arte dei cittadini non ha niente a che fare con i criminali. Tuttavia c’è anche una minoranza del 12% che è rassegnata e lo considera normale, visto che l’abbiamo esportata in tutto il mondo, e un 19% che pensa addirittura che faccia parte dell’immaginario collettivo anche grazie film come Il Padrino, La Piovra ed altri”.
Fonte: Coldiretti Toscana