AREZZO NOTIZIE – La Camera dei Deputati ha approvato a larghissima maggioranza la relazione sui lavori della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della contraffazione, di cui Marco Donati è componente. Proposta del reato di «contraffazione sistematica e organizzata» e sostegno alle imprese nella difesa del Made in Italy i due focus emersi: “Si propone di realizzare una ricollocazione di tutte le fattispecie di reati in tema di contraffazione nel codice penale strutturandoli non più come reati di falso, ma reati economici, in considerazione dei beni giuridici tutelati. Si propone inoltre di differenziare le norme penali sulla base dei diritti tutelati e non dei settori merceologici”, ha detto Donati esprimendo la propria soddisfazione. Da un lato lotta alla contraffazione, dall’altro all’Italian sounding, cioè l’immissione nei mercati di prodotti non italiani che richiamano quelli originali, senza segni distintivi di contraffazione.
I beni contraffatti secondo l’OCSE rappresentano tra il 5 e il 7 per cento del commercio mondiale, pari a circa 600 miliardi di dollari l’anno. Il fatturato di questa attività illecita in Italia è pari a 6 miliardi e 535 milioni di euro (fonte MISE-Censis) che sottrae al sistema economico legale nazionale 17 miliardi 773 milioni di produzione, 6 miliardi 400 milioni di valore aggiunto, 5 miliardi 280 milioni di entrate erariali, 105 mila unità di lavoro pari circa allo 0,44 per cento dell’occupazione complessiva nazionale. L’imitazione dei prodotti agroalimentari, invece, ha un fatturato di 60 miliardi di euro l’anno (Rapporto Agromafie, elaborato da Eurispes, Coldiretti e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare), fenomeno che dal 2001 al 2010 è aumentato del 180%. Negli Stati Uniti, per esempio, l’Italian sounding riguarda il 97 per cento dei sughi per pasta, il 94 delle conserve, il 76% dei pomodori in scatola e il 15 dei formaggi.
Lo scontro, a livello comunitario, tra Paesi manifatturieri e quelli commercianti non aiuta nella difesa del Made in Italy e mentre la regolamentazione sui diritti d’autore, di proprietà industriale e intellettuale risulta prossima a un assetto efficace, le disposizioni in materia di contrasto al fenomeno della contraffazione risultano invece assai limitate e riguardano principalmente l’attività delle dogane e degli osservatori internazionali. Per questo la Commissione ha ribadito alcuni punti fondamentali per ciò che riguarda il sostegno alle imprese nella difesa del Made in Italy: sensibilizzare le amministrazioni pubbliche e gli enti territoriali all’applicazione dell’articolo 19 del Codice della proprietà industriale laddove prevede che anche le amministrazioni dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali possono ottenere registrazioni di marchio; prevedere norme a sostegno dei circuiti virtuosi e rendere realmente efficace la certificazione etica o di filiera; sostenere le imprese o i consorzi che si dotano di tecnologie anticontraffazione e che registrano marchi e brevetti; attivare sportelli e tavoli anticontraffazione nei distretti industriali; precisare gli obbiettivi del Piano Straordinario per il rilancio internazionale dell’Italia, evitando di finanziare prodotti che di italiano hanno solo il marchio.
Il settore più esposto alla contraffazione è quello della moda, con il 60%, ma anche giocattoli, prodotti enogastronomici, orologeria, componentistica, audiovisivi e software. “In particolare la moda e l’agroalimentare sono due pilastri del sistema economico toscano – ha sottolineato l’onorevole Marco Donati –, proteggere il Made in Italy significa proteggere anche il Made in Tuscany e il tessuto imprenditoriale di una regione tra le prime in Italia”.
La Commissione parlamentare d’inchiesta sui fenomeni della contraffazione proseguirà il suo lavoro e ha messo tra i suoi prossimi obiettivi la tutela della produzione dell’olio d’oliva, della mozzarella di bufala e il contrasto alla contraffazione nel settore tessile.
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