Il Ponce alla Livornese nasce a Livorno intorno alla seconda metà del XVII secolo grazie ai marinai della Marina Reale Britannica che introdussero il Punch nel porto di Livorno. Ma il rum, con cui i marinai inglesi facevano il Punch insieme al tè, zucchero e limone, era allora un bene di lusso, in quanto da poco importato dalle Indie Occidentali. Così, i livornesi sostituirono il rum con una miscela di alcol e caramello che chiamarono Rum Fantasia. Ma non finisce qui. Grazie alle “Leggi Livornine” emanate nel 1593 da Ferdinando I De’ Medici con le quali si concedevano ampie garanzie politiche e esenzioni fiscali a chiunque volesse stabilirsi in città, gli Ebrei Sefarditi, in fuga a seguito dell’espulsione dalla Spagna, qui si rifugiarono. Liberi di esercitare le loro attività commerciali con l’Estremo Oriente gli ebrei furono i primi ad importare il caffè in Europa proprio attraverso il porto di Livorno.
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Conosciuta questa bevanda dall’aroma inconfondibile non fu difficile per i livornesi sostituirla al tè, poco gustoso per un palato mediterraneo. In seguito, aggiunsero di nascosto, perché rigorosamente proibito per legge, la “mastice”, un liquore ottenuto macerando nell’alcol i semi di anice verdi. Oggi i Ponce alla Livornese si ottiene versando nel gottino (il bicchierino tozzo dal vetro spesso) un cucchiaino di zucchero e del Poncino fino al bordo superiore dei semicerchi che si trovano alla base del bicchiere. Poi si aggiunge una scorza di limone e dopo aver scaldato il tutto, si riempie fino al bordo con caffè espresso.