Un traffico illecito di bovini affetti da malattie infettive anche trasmissibili all’uomo. Questo hanno scoperto i Nas in una operazione che coinvolto tutta Italia ed ha riacceso attenzione, imbarazzi e soprattutto preoccupazione nell’opinione pubblica che è tornata a chiedersi: ma cosa mangiamo?
Allevatori e medici veterinari riuscivano a far apparire sani gli animali che dal sud arrivavano a Perugia e Arezzo.
Il presidente della Cia Toscana Luca Brunelli: «E’ bene ricordare che la nostra carne è tra le più buone al mondo»
Il fenomeno della falsa Chianina e della carne infetta è circoscritto, per cui è il caso di evitare allarmismi e continuare a tutelare le vere produzioni di carne Chianina di qualità presenti in Toscana. Ed ai Carabinieri dei Nas indirizziamo il nostro plauso per l’operazione condotta, che tutela la salute pubblica e individua i responsabili di tali crimini. Lo sottolinea la Cia Toscana, nel commentare l’operazione dei Carabinieri del Comando per la Tutela della Salute in tutta Italia, che ha consentito di sgominare un’illecita commercializzazione di bovini infetti con marchi auricolari contraffatti e dichiarati falsamente di razza pregiata. Cia Toscana che ricorda come il fenomeno della carne infetta e contraffatta, anche se l’intervento dei Nas ha interessato molte aree del Paese, è da ritenersi un fatto circoscritto e ben individuato. «E’ bene ricordarlo – commenta Luca Brunelli, presidente Cia Toscana – per scongiurare inutili allarmismi generalizzati sulla carne in commercio nel nostro Paese, che è tra le più buone e controllate al mondo».
«Ovviamente – prosegue la Cia – ribadiamo l’importanza di tutte le verifiche esercitate degli organismi competenti in Italia sulla salubrità e regolarità dei generi alimentari, così come la nostra tolleranza zero verso chi compie azioni fraudolente o criminali. «Però – sottolinea la Luca Brunelli – dobbiamo sempre mettere in evidenza la grande qualità della carne italiana, che genera un fatturato di oltre 11 miliardi di euro all’anno e impegna centinaia di migliaia di allevatori e addetti a vario titolo. Un settore molto importante a livello economico – ma anche ambientale e culturale, anche in Toscana -, che esprime una delle Igp più blasonate come la Chianina e purtroppo anche fra le più imitate. E’ l’ora di finirla con tutte le iniziative, che anche in maniera fraudolenta, si vogliono appropriare dell’immagine e del valore del made in Italy e del made in Tuscany. Confidiamo – conclude la Cia Toscana – che non si attivi tra i consumatori, su questa vicenda, quel processo di allarmismo e psicosi generalizzata sulla carne che sarebbe ingiustificato e devastante per la nostra economia”.
Fonte: Nove da Firenze