Ordine minimo 26 tonnellate. La foto di un formaggio con i buchi. E sopra il titolo: “Parmigiano Reggiano Italian parmesan cheese”. Il falso made in Italy ha anche queste forme, maldestre ma insidiose: una pagina web, un’inserzione sul portale cinese di e-commerce Alibaba, un venditore che si dice in grado di smerciare ogni mese 5mila tonnellate di Parmigiano con la P maiuscola. E pensare che quello Dop, l’unico degno di quel nome, viene prodotto al ritmo di 11 mila tonnellate al mese.
Ma è solo uno degli oltre 370 casi di agropirateria e contraffazione via web scoperti nel corso dell’ultimo anno: prodotti fasulli o «italian sounding», che sembrano made in Italy e invece no. Un mercato illegale che ha generato in 12 mesi oltre 60 milioni di euro. Questi i dati presentati il 15 giugno ad Expo, in un Forum dedicato al made in Italy alla presenza del ministro Martina.
Accordo con i colossi del Web
Il “parmesan” resta il grande classico del genere. Ma anche Prosciutto di Parma, Brunello di Montalcino, Grana Padano, aceto balsamico di Modena e molte altre delle quasi 800 denominazioni nazionali vanno forte tra i pirati delle vendite alimentari online. Ecco perché il Ministero delle Politiche Agricole ha stretto un accordo con eBay e Alibaba e ha ottenuto che i prodotti DOP e IGP italiani siano tutelati esattamente come succede con i grandi marchi come Nike o Canon. Il meccanismo è semplice: l’ispettorato del Ministero controlla e segnala, il portale verifica e rimuove le inserzioni incriminate. Una collaborazione importante, che ha già portato al blocco di oltre 200 venditori su eBay in poco tempo.
Più visibilità e più informazione
In tutto i prodotti Dop e Igp italiani sono 794, divisi tra 271 nel settore food e 523 in quello del vino. Una produzione che vale tanto, fino a 13,5 miliardi di euro. E che ora sarà più visibile anche tra supermercati e centri commerciali di casa nostra: il Ministero ha stretto un accordo anche con le associazioni della grande distribuzione, per rilanciare i consumi sul mercato interno e far conoscere meglio il valore di tutto questo patrimonio.
«Proteggere il lavoro di oltre 300mila imprese»
Il fronte più importante resta comunque quello della contraffazione. «Siamo passati all’attacco dell’agropirateria per combattere la concorrenza sleale che danneggia oltre 300 mila nostre imprese, quelle che producono cibi e vini Dop e Igp» ha spiegato il ministro Martina. «L’Italia è ora il primo Paese al mondo a poter vantare un sistema di intervento a protezione dei prodotti a denominazione, che sono uno dei motori fondamentali del nostro export».
Fonte: ilsecoloxix.it