Un filo diretto con i toscani nel mondo



Un filo diretto con i toscani nel mondo

Dici emigrato e pensi all’America o all’Australia. Vale anche per i toscani nel mondo: una storia che abbiamo iniziato a raccontare la scorsa domenica. Dici emigrato e pensi a qualcosa di molto lontano nel tempo: di meno a chi oggi continua ad andare all’estero, magari temporaneamente. A volte, diciamocelo, non pensi neppure alla Toscana.

 

Ti immagini esodi capaci di riverberare sul presente solo una flebile eco. Pensi alle navi che si allontanavano verso l’oceano: un filo teso in mano a chi si affacciava tra mille braccia dalla balaustra del ponte, l’altro stretto da chi se ne stava sul molo. Stretto fino a quando quel filo si spezzava. Pensi ai treni fumanti diretti verso le miniere del Belgio o a chi lavorava la pietra in Svizzera, ai ‘figurinai’, muratori, camerieri e braccianti che poi hanno fatto studiare i figli e spesso sono diventati imprenditori rispettati. Tra quei toscani, i più famosi, c’erano Yves Montand o l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani.

 

Poi scopri che quello che pensavi solo un’eco è un mondo fatto di fitte relazioni. Ancora oggi. E tutto cambia. Scopri che in Regione c’è chi con i toscani nel mondo dialoga tutto l’anno. Che la Toscana l’ha fatto tra le prime, facendo squadra con altre regioni. E per tutto l’anno queste persone lavorano per i toscani di là: una voce, una firma o un indirizzo di posta elettronica, a volte (ma più raramente) un volto. E ti viene voglia magari di conoscerli e saperne di più.

 

>>> La galassia dei toscani nel mondo

>>> La Toscana nel mondo

 

 

 

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L’eredità di Mario Olla

 

 

Patrizia e Marco, funzionari del più vasto settore attività internazionali – uffici che in Regione si occupano di partenariati e cooperazione internazionale – sono i custodi dell’eredità costruita alla fine degli anni Settanta da Mario Olla, il sindaco della montagna pistoiese che riuscì con successo a riallacciare quei tanti fili sfilacciati dei toscani emigrati nel mondo con una proposta di legge per creare una consulta dei toscani all’estero. Che nel 1978 appunto nacque, lui primo a presiederla. Negli uffici regionali dei toscani nel mondo ci sono sparsi sul tavolo ricettari di cucina e diari di emigrazione, romanzi di giovani toscani e ricerche. Ai muri o attaccati agli appendiabiti locandine e gagliardetti. Uguali a tanti altri. Ma accanto al Pegaso toscano ci sono nomi di città del Paraguay, del Brasile o dell’Argentina.

“Mi resi conto che solo la Regione poteva riuscire laddove lo Stato aveva fallito” raccontava Olla nel 1990. Riuscire a rimettere insieme quei tanti fili spezzati non era scontato. Non aiutava a farlo un provvedimento rimasto in vigore fino al 1979 e che di fatto cancellava dopo sei anni dalla liste elettorali del paese di provenienza gli italiani che emigravano, se non ne facevano esplicita richiesta. Meno male che già c’erano circoli ed associazioni, pronti a dare una mano

 

Alla fine del 1976 erano 40 mila i toscani all’estero. Oggi, limitandosi ai soli iscritti nell’anagrafe dei residenti all’estero, sono più di 130 mila. Complessivamente tra il 1876 in poi quasi un milione e 200 mila toscani sono emigrati oltre confine: due terzi entro il 1876, in 170 mila dopo la fine dell’ultima guerra mondiale. “Avevamo due possibili vie – spiegava anni fa l’ex presidente della Toscana, Gianfranco Bartolini –: o l’assessorato all’emigrazione o un organismo emanazione degli emigrati stessi”. Fu scelta la seconda. Con un’assemblea oggi formata da circa 115 membri che si riunisce una volta ogni cinque anni e un direttivo (che si vede almeno una volta l’anno) di quarantacinque, ventisei rappresentanti dei toscani nel mondo e diciannove tra sindacati, enti locali e categorie economiche della regione.

 

Impegno e passione



Patrizia, Marco ma anche Nicola. Patrizia Barboncini e Marco Ciofini lavorano negli uffici della Regione. Patrizia, che da dodici anni si occupa di toscani nel mondo, è la ‘veterana’. Marco Ciofini è arrivato due anni fa. Sono loro il braccio operativo della macchina. Fino a pochi anni fa in ufficio lavoravano in quattro, poi la spending review ha dimezzato i dipendenti a disposizione. Stessa sorte per il budget: 800 mila euro nel 2010 e poco più di 400 mila euro nel 2014, per tutte le attività rivolte ai toscani al mondo, dai corsi di lingua e gli stage con le borse Mario Olla per i giovani alle iniziative messe in piede dalle singole associazioni. Cura dimagrante, ma ancora tante iniziative in campo.

 

“La prima volta che mi imbattei nei toscani nel mondo fu molti anni fa, quando lavoravo nella filiale di una banca in Garfagnana – racconta Marco -. Fermai un cliente che non conoscevo e che voleva parlare con il direttore. Un collega mi disse: “Ma non sai che quello è uno degli uomini più facoltosi d’Australia ?”. Fino a due anni fa (nel 2012 ndr)  comunque sapevo ben poco dei toscani nel mondo: non mi immaginavo certo una comunità così numerosa ed organizzata”.

 

Tanti invece gli aneddoti che Patrizia custodisce nel cuore e nella memoria: aneddoti di toscani nel mondo in visita in Toscana, storie di iniziative riuscite o a volte solo tentate, ricordi di viaggi nei paesi che hanno accolto i toscani emigrati e di comunità particolarmente attive. Con associazioni di toscani frequentate anche da tanti simpatizzanti. “C’è una città in Argentina, Olivos, che è stata fondata dal nulla dai toscani, assieme ad altri emigranti – racconta -. Nel 2013 ha festeggiato 150 anni. Hanno sotterrato uno scrigno della memoria che sarà riaperto tra cinquanta anni e dentro ci sono anche documenti sull’associazione dei toscani nel mondo del posto e la loro storia”.

 

Patrizia e Marco lavorano a Villa Fabbricotti, ottocentesca residenza nel cuore di un parco a ridosso del centro di Firenze, l’edificio che ospita anche Toscana Promozione, l’agenzia che si occupa di turismo e promozione internazionale per la Regione. Da lì parte un capo del doppio filo teso verso i toscani all’estero. L’altro capo è in piazza dell’Unità d’Italia, sempre a Firenze, di fianco alla stazione di Santa Maria Novella, dove si trova l’ufficio da ‘vice presidente vicario’ di Nicola Cecchi. Fiorentino e avvocato di professione, origini a Fornovolasco in Garfagnana ma in fondo anche lui un po’ toscano nel mondo per il nonno emigrato in Brasile (e poi tornato) e i tredici anni trascorsi a lavorare a Cuba, Nicola guida da tre anni l’assemblea dei toscani all’estero, erede della Consulta degli anni Settanta. “Sono un volontario” scherza. Il ruolo prevede infatti solo un rimborso spese.

 

Ma l’impegno e la passione sono tanti, come quelli di Patrizia e Marco in fondo. Con un doppio obiettivo che è la vera sfida degli ultimi anni: “Intercettare quel mondo di lavoratori, studenti e manager che dalla Toscana emigrano ‘temporaneamente’ per alcuni anni e costruire, assieme ai toscani che all’estero vivono invece da tempo una rete di relazioni per promuovere il ‘made in’ e le eccellenze toscane. Puntando sui giovani a volte. Sfruttando anche i social media, su cui è stato costruito qualche anno fa il nuovo sito on line dei Toscani nel mondo.

 

>>> www.toscaninelmondo.org | La Regione e i toscani nel mondo | Storie scritte | Video

 

>>> Tutte le associazioni dei Toscani nel mondo

 

In arrivo la prima associazione di toscani nel mondo in Cina



Finora mancavano associazioni di toscani nel mondo in Asia. “Ne stiamo creando una in Cina – racconta Cecchi – Abbiamo già trovato e contattato una ventina di toscani ‘temporaneamente’ all’estero che abitano nel paese della grande muraglia”. E visto che la Cina è un mercato in espansione che ama la Toscana e il suo stile, il tassello che si andrà ad aggiungere diventa importantissimo per promuoversi all’interno del grande paese. In fondo a volte buone idee e ‘sentinelle’ e ‘ambasciatori’ sul posto valgono più di tante risorse. Cecchi tira fuori dalla borsa una pubblicazione. E’ la rivista che viene distribuita sui treni ad alta velocità della Cina. Una pagina intera è dedicata alla toscana e ai toscani nel mondo. “E non ci è costata niente” confessa.

 

Cosa è cambiato in trentasei anni



Quando la Consulta dei toscani all’estero è nata il primo bisogno era quello di ricostituire un’affettività che era venuta meno. Le comunità di emigrati chiedevano attenzione ed aiuto. Sostegno andava assicurato a chi voleva tornare definitivamente in Toscana ma non aveva i mezzi per farlo. “C’era anche una memoria da custodire. E infatti la Regione ha sostenuto ricerche, diari e quaderni sull’emigrazione. Continua a farlo anche ora” ricorda Patrizia.

 

Da queste ricerche escono fuori storie ed aneddoti curiosi e interessanti. Scopri di Josè Antonio Abrei Alselmi, che è nato in Venezuela ma la famiglia arrivava da Marciana all’isola d’Elba: il nonno dirigeva la banda del paese e nel 1897 emigrò portando con sé quarantasei strumenti a fiato. In Venezuela Josè ha dato vita ad una fondazione di orchestre giovanili e infantili ed è stato anche ministro per la cultura. Ti imbatti in Adela Barreto Rangel, anche lei del Venezuela, che ha vinto un concorso letterario con un libro che racconta di Montisi vicino Sinalunga.

 

Scopri di architetti che hanno disegnato città del Sudamerica, come il fiorentino Giovanni Veltroni in Uruguay. In Argentina gira un video sul lago di Vagli, in provincia di Lucca, realizzato da un’associazione di Cordoba. “Di recente – aggiunge Patrizia Barboncini – abbiamo avviato una ricerca con l’istituto storico della Resistenza in Toscana per raccontare gli emigrati toscani che erano arruolati negli eserciti alleati che liberarono l’Italia alla fine della Seconda Guerra Mondiale”.

 

Ci sono anche storie dolorose: come quella di Polda Barsottini, nata vicino a Sant’Anna di Stazzema, emigrata in Argentina, il figlio scomparso nel nulla, uno dei 30 mila e forse più desaparecidos della dittatura militare e lei madre coraggio alla ricerca “almeno di un po’ di giustizia”.

 

Scopri che tanto è l’amore per la Toscana, anche tra i non toscani. E così alla ricerche si affiancano le iniziative di Vetrina Toscana sull’enogastronomia, la commercializzazione delle eccellenze toscane, anche il marketing turistico. E’ la promozione infatti l’ultima frontiera e parole d’ordine del grande progetto sui toscani nel mondo. Un avventura che continua, undici anni dopo le nozze d’argento.



Fonte: Coldiretti Arezzo www.arezzo.coldiretti.it

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